Il turismo di alta gamma in Italia vale 25 miliardi, ma si può fare molto di più
Il ritorno del turismo è una delle grandi scommesse post pandemia, per un Paese come l’Italia in cui in era pre-Covid il 60% degli acquisti di beni personali di lusso erano effettuati dai turisti stranieri.
Se ne è parlato all’odierna Giornata Altagamma, in occasione della presentazione del volume Turismo di Alta Gamma. Leva strategica per l’Italia, realizzato da Altagamma insieme a Bain & Company, Boston Consulting Group, Enit e Global Blue. Sono inoltre intervenuti alcuni vicepresidenti di Altagamma.
Il turismo di alta gamma ha un impatto economico complessivo, considerando il contributo diretto, indiretto e indotto, pari al 3% del Pil, per un valore di 60 miliardi (25 miliardi quelli diretti). Pur rappresentando meno dell’1% delle imprese di soggiorno, genera il 25% della spesa dei turisti nel nostro Paese.
«Il turismo di alta gamma ha una naturale vocazione per l’internazionalizzazione – ha detto stamattina il ministro del Turismo, Massimo Garavaglia – e basti pensare che sono gli stranieri a garantire l’80% della spesa del settore. Nel Pnrr abbiamo previsto fondi importanti nazionali e internazionali, con l’obiettivo di ammodernare e qualificare al meglio le strutture ricettive, anche in chiave di sostenibilità ambientale».
Come ha precisato Matteo Lunelli, presidente di Altagamma, «il viaggiatore che alloggia in strutture di eccellenza spende nove volte più della media. Un ulteriore sviluppo del turismo di alta gamma può portare a una crescita esponenziale dell’indotto e divenire una leva strategica per la crescita del Paese».
La spesa dei turisti internazionali di alta fascia che soggiornano in Italia equivale a circa 7 miliardi di euro, cui si aggiungono 25 miliardi di consumi diretti: di questi 14 sono destinati anche allo shopping.
Normalmente destinano il 58% delle spese ad acquisti e ristorazione, mentre per i traveller di fascia elevata si sale al 72%, con un incremento di valore per il territorio di 14 punti percentuali.
Oggi l’Italia intercetta solo tre turisti di alta gamma su dieci. Si può fare di più, mettendo in campo un piano strategico di sviluppo nel settore. Da notare che circa l’80% dei turisti cinesi milionari non sono mai stati nella Penisola e che vanno ricoinvolti i viaggiatori italiani di élite, che oggi scelgono mete estere (1-3 milioni di viaggi).
Come sottolinea Bain&Company, la nostra è la nazione più desiderata dai turisti d’élite ma non quella più visitata: la precedono Francia e Regno Unito. Quindi il potenziale del contributo del turismo in questo ambito potrebbe essere da due a quattro volte maggiore rispetto ai valori attuali.
Boston Consulting Group sottolinea che, benché i True Luxury Traveller rappresentino solo l’1% dei viaggiatori internazionali, generano circa il 10% dei viaggi e pesano per circa il 12% (circa 360 miliardi) della spesa totale mondiale in viaggi, trasporti esclusi. In media questa categoria destina alle trasferte di lusso, sempre trasporti esclusi, oltre 20mila euro a persona e più di 15mila euro a persona per comprare beni di lusso durante i loro spostamenti.
Anche per Bcg i cinesi offrono notevoli potenzialità: per loro l’Italia è al vertice solo quando si parla di città d’arte, ma non è tra i primi quattro-cinque Paesi per quanto riguarda montagna, grandi città e mare.
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