Cucina anarchica e niente ricettari di famiglia: a Roma apre nuovo tempio del fusion - RIAVW

Cucina anarchica e niente ricettari di famiglia: a Roma apre nuovo tempio del fusion

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Taki Off, apre a Roma il ristorante di chef Viglietti „Chef Viglietti apre le porte del suo Taki Off, un ristorante nel ristorante, che porta gli ospiti a vivere un'esperienza immersiva, anarchica, anticonformista, a due passi da piazza Cavour“

Taki Off, apre a Roma il ristorante di chef Viglietti

Cresta in testa, orecchino e tatuaggi sulle braccia. Massimo Viglietti è uno chef che non passa inosservato, prima ancora che per il suo stile, per la sua cucina. Soprattutto ora che, a Roma, ha presentato Taki Off, spin-off contaminato di Taki, uno tra i ristoranti giapponesi più famosi di Roma.

Siamo in via Marianna Dionigi, a pochi passi da piazza Cavour. Qui chef Viglietti, dopo l’esperienza (stellata) da Achilli al Parlamento ha trovato casa e ha aperto le porte di un nuovo tempio del fusion, in cui i sapori e gli ingredienti giapponesi incontrano la cucina italiana secondo la contemporanea visione gastronomica del cuoco ligure.

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“Non solo un ristorante, ma un luogo d’incontro per dame, cavalieri, poeti, sognatori e naviganti”. Una presentazione che fa sognare, prima con gli occhi, poi con il palato.  

Entrando da Taki Off…

Si entra, nero sulle pareti, preziosi tessuti giapponesi che illuminano a sprazzi, elementi lignei fossili. Una mise en place essenziale che colpisce a primo impatto.La musica – attentamente scelta dallo chef perché fa parte dell’esperienza immersiva – fa il resto. RomaToday ha avuto modo di provare in anteprima la cucina fusion, eclettica, anticonformista, per dame, cavalieri, poeti, sognatori e naviganti di chef Viglietti. 

Taki Off è un ristorante nel ristorante, novità romana che rappresenta il successo di un esperimento lanciato in estate, dal nome “Taki Labò” (laddove Labò stava per laboratorio) e subito premiato dalla critica enogastronomica come Miglior Novità dell’anno per la Guida I Migliori Ristoranti di Roma 2021 del Gambero Rosso. Un premio che incoraggia Massimo Viglietti e Yukari Vitti (patron del ristorante giapponese Taki) a proseguire in questo progetto ambizioso e anticonformista anche in un momento di massima incertezza come questo. 

Ed è così che dall’esperimento Taki Labò, è nato – in pieno Covid – Taki Off. Il ristorante apre con una serie di modifiche rispetto al progetto iniziale, per poter accogliere gli ospiti nel rispetto degli ultimi dpcm, aprendo lo sguardo di questi ultimi su nuove prospettive gastronomiche.

E tutto questo è possibile anche grazie all’alchimia nata tra Viglietti e Yukari: “Quando ho incontrato Massimo, ho provato una sensazione che mi capita molto di rado: mi sono meravigliata – racconta Yukari Vitti – Sono originaria di Kyoto, una città in cui la tradizione è custodita gelosamente e in cui ho formato il mio gusto, che ripropongo nel ristorante Taki. Una volta arrivata in Italia, tanti anni fa, incuriosita dalla sua cucina, ho capito che non volevo più tornare indietro. Così sono rimasta e, alla fine di un percorso, è arrivata la decisione di fondare un ristorante di cucina tradizionale giapponese che mancava nella citta di Roma. Quando, con mio marito Onorio, abbiamo incontrato Massimo e assaggiato la sua cucina, siamo rimasti affascinati di come fossero combinati gli ingredienti e i sapori. Ho capito che era la persona giusta con cui realizzare un sogno: intraprendere un percorso di ristorazione che, affiancandosi a Taki, esprimesse un nuovo pensiero gastronomico tra oriente e occidente, creando un terreno comune tra due Paesi così diversi.

Così Taki Off riesce a guardare oltre il comfort food e i sapori rassicuranti dei ricettari di famiglia, mentre Taki – Ristorante Giapponese di vera cucina tradizionale – prosegue nel suo cammino, acclamato e ricercato dalla community romana di amanti della cucina del Sol Levante: “Sono un uomo che vuole far scoprire nuovi mondi – racconta lo chef Massimo Viglietti – far ascoltare della buona musica, far sognare chi entra in questo nostro ristorante su Piazza Cavour, concentrando una vacanza in pochi istanti. Non solo un tavolo dove mangiare, ma un luogo di incontro e condivisione per sognatori e naviganti: così ho sempre immaginato un locale in cui ognuno si sarebbe sentito a casa e in cui esprimere una cucina libera dalle barriere culturali. E con Yukari, siamo riusciti perfettamente nell’intento. 
Venire a mangiare da Taki Off pone due sole condizioni: la mente deve essere priva di pregiudizi e il palato senza preclusioni. Lasciatevi conquistare: sarà divertente, sarà bellissimo!”.

Yukari Vitti e Massimo Viglietti

Taki Off, apre a Roma il ristorante di chef Viglietti

L’esperienza da Taki Off: menù anarchico e immersivo

Taki Off, in questo particolare momento, vuole regalare una parentesi di evasione a chi varca la soglia del ristorante, con un percorso gastronomico che non segue un rigido schema ma asseconda le sensazioni che nascono spontanee: i piatti sono dei frame di una immagine generale e sceglierne alcuni al posto vuole far vivere ogni volta un film diverso, un’esperienza gustativa assolutamente rivoluzionaria e originale, mostrando come il gusto orientale possa unirsi ai prodotti italiani con successo.

L’apertura della cucina si articola dalle 12.30 alle 17.30, dal martedì alla domenica e in qualsiasi momento, oltre ai piatti, è possibile concedersi il peccato di gola dei caffè alla lampada, corretti con distillati dalla forte personalità, come il Calvados, la Grappa, il Rhum, erbe aromatiche e spezie. La domenica si aggiunge anche un menu speciale, “La domenica andando alla messa”, che si può comporre decidendo il numero delle portate a piacere oppure ordinarlo in toto, cioè 8 corse più 2 dessert. Per chi desiderasse bere seguendo i consigli dello chef, viene proposto il “marriage”, ovvero l’abbinamento con vini, sakè (di cui Taki – Ristorante giapponese è detentore di circa 40 etichette), champagne e bevande.

Da Taki Off si vive un’esperienza gastronomica assolutamente anarchica, in cui dimenticare la seguenza antipasti, primi e secondi, per immergersi in un ritmo musicale nuovo, diverso, sicuramente strano, ma in cui Giappone e Italia si fondono indescrivibilmente. 

Da Taki Off l’esperienza può iniziare dal dolce, con pallina di cioccolato bianco e scoppiettino Tarte au citron, proseguire con Nigiri di salmone, di totano, di orata; fagioli, castagne e gamberi; crema di patate alla chartreuse, anguilla, lattuga e guanciale. Gli abbinamenti sono coraggiosi, sui generis e raccontano la tecnica, l’esperienza, la voglia di osare, di sperimentare, di stupire dello chef ligure trapiantato a Roma. 

Viglietti fa scoprire che sulla pregiata Wagyu puoi mettere la bottarga e il caviale. Che puoi versare una moka di pomodorini su un rosso d’uovo per assaggiare una libidine, che ad una cappasanta con foie gras fresco d’anatra puoi accostare un ridotto di coca cola. E ti dice che puoi entrare in qualsiasi momento della giornata da Taki Off, anche solo per un dolce e un caffè alla lampada corretto al Calvados. 

Fiore all’occhiello nella carta di Taki Off sono, infatti, i caffè “Aspettando un altro giro di lancette”: 4 tipologie preparate tutte al tavolo, ognuna corretta con differenti distillati e insaporita con erbe aromatiche e spezie: rhum e cannella, whisky e alghe, grappa e rosmarino, calvados e tabacco, da accompagnare ad alcune “stranezze” – come le chiama Viglietti – in cui dolcezza e sapidità si incontrano in una stessa ricetta. 

I dolci, infatti, non sono solo dolci ma esperimenti golosi di successo, come la Crema alla maggiorana, mais, insalatina di San Lorenzo, olive candite, frolla in cui le verdure si uniscono in maniera insospettabile alla crema pasticcera creando un piatto di grande equilibrio, le Melanzane, crema al fondo di vitello al whisky, nocciole, ceci sbollentati o il Burro di arachidi, arancio, bottarga greca, ridotto di caffè e gelato alla crema, preparato appositamente dal Caffè Vitti.

Taki Off è un’esperienza gastronomica a tutto tondo, declinata in un inatteso viaggio tra Oriente e Occidente, che vale la pena sperimentare nella Capitale.

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