Irene, da urbanista a panificatrice: in città apre il suo «forno di comunità» - RIAVW

Irene, da urbanista a panificatrice: in città apre il suo «forno di comunità»

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Una campagna di crowdfunding e un desiderio: tutti potranno andare ad impastare il pane

Una campagna di crowdfunding per aiutare Irene Conti, 31enne bolognese, ad aprire un forno di comunità in via Abba, quartiere Savena: non solo quindi un attività commerciale nel quale sviluppare il suo progetto sulla panificazione ma un luogo aperto ai cittadini nel quale almeno una volta alla settimana le porte sarebbero aperte per permettere a chi lo desidera di cuocere la propria pagnotta fatta in casa. Il pane che Irene vuole produrre sarà impastato a mano, con solo lievito madre e l’attenzione alla provenienza della farina, locale e biologica, macinata a pietra e proveniente al 100% da grani di antiche varietà. Ogni prodotto tracciato.

Un forno di comunità

Il nome del forno sarà da «Da Madre Ignota–Forno di comunità» e se tutto andrà nel verso giusto l’apertura potrebbe avvenire già in primavera: il locale è stato individuato tra quelli messi a disposizione dai bandi Acer. «Il progetto nasce dal mio amore per il pane e dalla volontà di portare un po’ di campagna in città. Vorrei ridare a questo alimento la sacralità quotidiana con cui veniva mangiato in passato e riprendere l’usanza di trovarsi in un luogo comunitario per infornarlo» spiega Irene su IdeaGinger, la piattaforma che la sta aiutando nella campagna di crowdfunding che andrà avanti fino al 14 febbraio: in una prima fase sono stata raccolti già 11.505 euro dei 6.000 richiesti per comprare il forno ma nel frattempo è sorto un imprevisto legato a una costosa canna fumaria da installare dal costo di 10.000 euro. «La mia decisione di procedere con questa spesa è data dalla volontà di venire incontro ai condomini del palazzo – spiega la 31enne – non è mia intenzione creare alcun disagio. I rapporti di vicinato e con la comunità nella quale mi insedierò voglio che siano sinceri e umani».

Il pane «di una volta»

Dopo esperienze all’estero, la giovane laureata in pianificazione urbanistica, ha deciso di tornare in città per seguire questo suo sogno, votato alla sostenibilità, l’attenzione ambientale e la socialità. «Il mio amore per il “pane di una volta”, quello che al solo odore evoca ricordi lontani – spiega Irene – si affianca e si accompagna alla mia voglia di condividere e condividermi. Per questo mi impegnerò a produrre pane, biscotti, crackers, focacce, grissini…e tutti i più disparati prodotti da forno. Venderò al dettaglio, su ordinazione, alle realtà autogestite (Camilla – Emporio di Comunità, GAS – Gruppi di Acquisto Solidale, CSA – Comunità di Supporto all’Agricoltura) e ai mercati locali. Ma voglio anche che il mio laboratorio sia un luogo di ritrovo: un giorno a settimana aprirò le porte a chi vorrà cuocere la sua pagnotta. Con il pretesto di ridere, scherzare e scambiarsi ricette e consigli».

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