La Milano di Galtrucco, un modello per ripartire anche oggi - RIAVW

La Milano di Galtrucco, un modello per ripartire anche oggi

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“Per gentile concessione dell’autore pubblichiamo la prefazione di Marco Cipelletti al libro “Galtrucco, una storia milanese” che, pur essendo cominciata 150 anni fa, è attuale anche in tempi di Covid non solo per l’”eleganza sobria” di un brand di tessuti che favorì la nascita dell’Italian style ma per il coraggio imprenditoriale che si manifestò anche in tempi difficilissimi”

Il libro di Enrico Mannucci, “Galtrucco, una storia milanese“, edito da Rizzoli, nasce in occasione dei 150 anni di Galtrucco, ma non si propone di ripercorrerne per intero la storia, né di seguire un ordine cronologico, dal 1870 a oggi. È piuttosto una testimonianza, soprattutto tramite le immagini, di un contributo importante alle tendenze del gusto e della moda, all’eleganza e al lustro cittadino.

Galtrucco deve la sua fama alla qualità delle stoffe, alla bellezza delle vetrine, ai tessuti ideati in esclusiva per stilisti come Armani e Lagerfeld, e non da ultimo al contenuto sempre innovativo dei negozi dal punto di vista dell’architettura e degli arredi d’interni, con le grandi firme di Ulrich e Bega. A inizio del nuovo secolo l’azienda ha cessato l’attività commerciale e ha mantenuto il proprio ramo immobiliare, che comprende anche quasi tutti i negozi un tempo a insegna Galtrucco e conserva così un’eredità del settore di origine: ad esempio il negozio di via Montenapoleone condotto da Loro Piana, un tempo partner commerciale. Oppure il Salone dei Tessuti di via San Gregorio, dagli anni Venti showroom ante litteram per i tessuti Galtrucco e oggi spazio per eventi o esposizioni legati soprattutto alla moda e al design.

Questo volume è anche una dedica alla città di Milano, e ne ripercorre l’evoluzione nei decenni con il suo luogo più rappresentativo, piazza del Duomo, come filo conduttore. Qui il connubio tra moda, tessuti e architettura d’interni faceva del negozio Galtrucco un punto di riferimento dell’eleganza sobria, senza sfarzo ed eccessiva ostentazione, tipica del “gusto milanese”.

Altro tema ricorrente in queste pagine è l’impegno a investire capitali anche nelle circostanze più sfavorevoli; per la ricostruzione e la ripresa dell’attività dopo le due guerre, per il restauro in tempi record del negozio i piazza Duomo dopo il grave incendio del 1973 e per le riqualificazioni immobiliari avviate anni fa in un periodo di grave recessione economica. Anche questo, forse, è un tratto distintivo milanese: l’ambizione di anticipare l’uscita da una crisi.

Oggi si è chiamati a una nuova difficile prova per le conseguenze economiche di una pandemia, e occorre ritrovare quel tipo di spirito imprenditoriale.

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